"Cantante, attore e regista italiano. Star fra le più luminose del firmamento musicale-leggero, cinematografico-comico e televisivo-popolare italiano per quasi mezzo secolo, si afferma come cantante rock della prima ora nella seconda metà degli anni ’50. Divenuto presto famoso come «il molleggiato» per il suo dinoccolato modo di muovere le gambe mentre canta (a metà fra E. Presley e J. Lewis, che imita esplicitamente), appare come sé stesso in molti film di canzoni, ma soprattutto nella celebre scena del night club alle Terme di Caracalla in La dolce vita (1960) di F. Fellini. Già all’apice del successo, all’inizio degli anni ’60, crea una propria «scuderia-casa discografica» – il Clan – e, puntando sulla simpatia che ispira il suo personaggio, debutta anche come attore in Uno strano tipo (1963) diretto da L. Fulci, cui nello stesso anno segue Il monaco di Monza di S. Corbucci (con cammei di Totò e N. Taranto), mentre l’anno successivo debutta nella regia, dirigendosi in Super rapina a Milano. Il mancato successo del film lo induce a concentrarsi solo sulla canzone per qualche anno, ma nel 1968 P. Germi lo chiama per il ruolo principale del pastore Serafino (1968), film satirico di buona fattura e miglior fortuna al botteghino, in cui canta (fuori campo) solo la canzone dei titoli di testa. L’ottima accoglienza del pubblico lo convince ancor più delle sue potenzialità di attore comico; ritorna in scena prima nella commedia musicale d’ambientazione storica Er più - Storie d’amore e di coltello (1971) di S. Corbucci, poi nel drammatico (e sfortunato) Le cinque giornate di Milano (1973) di D. Argento e, nello stesso anno, nella versione cinematografica della commedia musicale Rugantino (1973), diretta da P. Festa Campanile. Nel 1975 riprova nuovamente a dirigersi in Yuppi du con scarsissimo successo, ma nello stesso anno – rifacendosi ancora alla comicità gestuale di J. Lewis, che personalizza in modo singolare – con la partecipazione a Di che segno sei di S. Corbucci inaugura un decennio di grandi successi che dopo diciotto film, fra cui molti campioni d’incassi (Ecco noi per esempio, 1977, di S. Corbucci; Mani di velluto, 1979, Il bisbetico domato, 1980, Innamorato pazzo, 1981, tutti di Castellano & Pipolo; Lui è peggio di me, 1984, di E. Oldoini), si conclude con l’insuccesso di un’altra sua regia: Joan Lui (1985). A parte un paio di occasionali cammei, ritorna poi alla canzone e alla televisione dove, a cavallo del millennio, bissa lo strabiliante successo ottenuto anni prima in Canzonissima, riproponendo il suo originale e satirico personaggio di cantante-conduttore-predicatore, in programmi autogestiti (e anomali per lo standard televisivo usuale) come 125 milioni di caz...te (2001). "